Home > Senza categoria > Le nuove strategie dei trafficanti di esseri umani: usare minori come scafisti.

scafisti

Lo scorso Febbraio, mentre Europol ha lanciato il nuovo European Migrant Smuggling Centre (EMSC) con l’obiettivo di sostenere attivamente gli stati membri nell’attività di smantellamento delle reti criminali coinvolte nel contrabbando di esseri umani, dalle isole del mediterraneo, sempre in prima linea sul fronte dei flussi migratori, arrivano informazioni allarmanti sulle nuove strategie dei trafficanti di esseri umani.

In Sicilia, a fine Febbraio 2016, tre gommoni con a bordo 342 migranti sono stati soccorsi dalla guardia costiera, che li ha fatti sbarcare a Pozzallo e grazie ad un’operazione congiunta tra polizia, carabinieri e Guardia di Finanza sono stati fermati i sei scafisti.

Quattro di essi,  sono ancora minorenni e stando alle prime indagini sarebbero stati fatti imbarcare in Libia in cambio di poche centinaia di dollari. Sia la Procura di Ragusa che la Procura per i minorenni di Catania hanno aperto un’inchiesta a riguardo.

Casi simili sono stati riscontrati anche in passato, ma quest’episodio recente offre la conferma che ci troviamo di fronte a una vera e propria strategia dei trafficanti che nei campi raccolta di Tripoli e dintorni assoldano dei minori e li trasformano in motoristi/scafisti facendogli sconti o non facendoli pagare affatto in cambio del loro ruolo di ‘traghettatori’ sui barconi.

Secondo il quadro che si sono fatti gli inquirenti, i ‘nuovi’ scafisti sono di norma ragazzini che provengono soprattutto dall’Africa centrale e settentrionale e attendono in Libia circa un anno prima di imbarcarsi;  molti subiscono maltrattamenti e minacce prima di essere reclutati e istruiti sul loro compito.

Ai ragazzi vengono fatti corsi accelerati per poter navigare in mare, Corriere della Sera  ha riportato la testimonianza di uno dei quattro minorenni che sono arrivati a fine Febbraio, Dris Djore, il quale spiega le ultime istruzioni ricevute dal trafficante: «Ci consegnò un satellitare prima della partenza: ‘Se fra due ore non incontrate una nave, chiamate questo numero, chiamate la Marina italiana’».

 

 

 

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